Il Gioco Proibito - La Casa Degli Orrori by Lisa Jane Smith

Il Gioco Proibito - La Casa Degli Orrori by Lisa Jane Smith

autore:Lisa Jane Smith
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-541-1873-7
editore: Newton&Compton
pubblicato: 2011-02-11T16:00:00+00:00


Capitolo 9

Era un'interpretazione astratta di una foresta, molto fitta, con linee verdi vorticose.

«Va bene, ho disegnato veramente una foresta», disse Audrey. «Ho sempre avuto incubi sulle foreste, ma non ho mai saputo perché. Non sapevo nemmeno di quale foresta avessi paura».

«Sceglie le cose dal nostro subconscio», disse Dee.

«Allora che è successo a voi due quando ci siamo separate?», chiese Jenny.

«Non molto», disse Dee. «Ci hanno messe in quella stanza, ma all'inizio non c'era nessuna porta. Poi ne abbiamo vista una, e in quel preciso istante sono comparsi quei cadaveri e Audrey ha cominciato a strillare. E tu? Hai visto l'Erlking?».

Jenny distolse lo sguardo. «Più o meno. Era Julian che recitava la parte». Esitò, poi sbottò: «Sapete che è a causa mia che state soffrendo, vero? È me che vuole. Mi ha detto che avrebbe smesso di farvi del male se io... se io cedo».

«Non osare», disse Dee, con gli occhi color prugna che fiammeggiavamo.

«Non pensarci nemmeno», fece Audrey con lo stesso impeto.

Jenny annuì, con le lacrime agli occhi. Per nascondere quello che provava guardò Audrey. Mentre parlavano la sua amica si era risistemata i capelli, aveva tirato fuori dalla tasca una borsetta e si era abilmente rimesso il rossetto ciliegia. Audrey le era sempre sembrata così cosmopolita, così invulnerabile. Ma ora aveva visto cosa c'era dietro la facciata.

«Dev'essere stato difficile vivere in tutti quei Paesi diversi», disse lentamente, e diede un'occhiata a Dee.

Audrey smise per un attimo di ravviarsi i capelli. Richiuse il suo rossetto con un click.

«Onestamente è stato orribile», disse. «Non potete immaginare lo shock culturale. Lo spostamento... l'insicurezza... e non sai mai dove andrai dopo. Persino adesso che papà è in pensione, mi sento ancora...».

«Ti sembra difficile avere dei veri amici?».

Audrey annuì. «Mi sento come se dovessimo fare i bagagli e andarcene da un momento all'altro».

«Ma non è così, però», disse Jenny. «Resterai qui con noi». Guardò di nuovo Dee. «Vero?»

«Oh, certamente», disse Dee, e non c'era alcun rancore nella sua voce, poi appoggiò una mano affusolata sulla spalla di Audrey.

«Sai, non capisco», disse Jenny all'improvviso. «Quei ragazzi nella foresta sembravano simpatici, allora perché l'hanno fatto? Perché ci hanno consegnato agli elfi?»

«Be', si suppone che gli elfi facciano dei favori alla gente. Che rispondano alle domande e lavorino per te. Ma vogliono sempre qualcosa in cambio e se li chiami e cerchi di intrappolarli a volte sono loro che catturano te. E ti portano nel loro mondo. Immagino che quei ragazzi abbiano pensato che eravamo più sacrificabili di loro».

Jenny annuì. «Ancora una cosa...».

«C'è sempre un'altra cosa!», disse Dee.

«Chi di voi ha creato la porta? So di non averlo fatto io perché non ho mai visto una porta simile».

«Sono stata io, credo», disse Audrey. «Ho visto delle porte di quel tipo in Germania, ma non l'ho messa lì. È soltanto comparsa».

«Non si possono cambiare le cose usando la mente, qui», disse Dee. «Bisogna comportarsi come se fossero reali».

«Ma dove si trova questo posto?», disse Audrey debolmente.

«Buona domanda», disse Jenny. «E un luogo inesistente sulla Terra. Lo so perché ho guardato fuori dalla finestra».



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